Perdere la loro integrità, scomparire cancellando una parte di passato. Questo è quello che accadrà a 67 siti che forse non avremo mai la possibilità di vedere se non saranno salvati. A causa di sovraffollamento, agenti atmosferici, infiltrazioni d’acqua e crescita della popolazione, questi luoghi sparsi in 41 paesi del mondo presentano una situazione estremamente sensibile.
Al seguente link possiamo trovare la lista dei luoghi e degli edifici a rischio: http://cdn.wmf.org/downloads/2012-Watch-List.pdf (fonte Repubblica.it). Ma tanto per farci un’idea possiamo citare: i famosi disegni sulla pietra a Nazca nel deserto del Perù, un cimitero greco, un edificio a forma di scatola sulla Fifth Avenue di New York.
Alcuni posti, come le vestigia dell’antico regno di Nanye in Cina, avrebbero semplicemente bisogno di una migliore gestione strutturale e turistica. Altri sono minacciati dalle infiltrazioni d’acqua, come la cattedrale inglese di San Michele a Coventry. Lo sguardo del Wwf non è rivolto solo ai siti antichi ma anche all’architettura moderna: la più grande stazione degli autobus di Preston nel nord ovest dell’Inghilterra, è a rischio demolizione.
Nella lista 2012 del degrado del Word Monuments Fund compaiono anche 3 località distrutte dai terremoti negli ultimi due anni: l’immenso patrimonio culturale del Giappone, gli edifici governativi in stile neogotico di Christchurch in Nuova Zelanda e l’architettura della città di Jacmel ad Haiti.
L’Italia per quest’anno non viene menzionata – nel 2008 nella lista figuravano la via della transumanza in Molise, il Ninfeo degli Orti Farnesiani a Roma, il Forte di Fenestrelle in Piemonte e il ponte di Valeggio sul Mincio. Due anni più tardi comparvero il centro storico della città fantasma lucana di Craco, il ponte Lucano di Tivoli e la villa di S. Gilio di Oppido Lucano – ma se guardiamo al nostro patrimonio artistico, sono tanti gli edifici da salvaguardare: da Roma la cappella di Teodolinda di Monza, a Pompei, dall’abbazia di San Clemente a Casauria in provincia di Pescara all’Abruzzo, colpito dal terremoto nel 2009.
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