Questo è il risultato di una ricerca condotta da Expedia e ResearchNow su campioni di tutta l’Europa. Si parla già di “Travel Therapy” nonostante l’effetto vacanza sia probabilmente un placebo, ciò che conta è che funzioni. Secondo i dati raccolti dalle due società, infatti, gli intervistati dichiarano di percepire minori livelli di stress già dall’istante seguente all’acquisto del biglietto aereo, accompagnati da un senso di euforia generalizzata che si abbina al countdown pre-partenza.
Tra i rappresentanti di diverse nazioni intervistati (tra cui inglesi, francesi, olandesi, italiani, spagnoli, ecc.) al primo posto, nella preferenza del viaggio come rimedio contro lo stress e la tristezza, si piazzano i francesi, seguiti dagli italiani.
I “rimedi tradizionali” come l’affogarsi di dolci e leccornie, l’acquisto di oggetti tecnologici, scarpe o vestiti, scendono nettamente in secondo piano accompagnati spesso da sensi di colpa ed insoddisfazione postuma.
Dai dati emersi si evince anche che, il viaggio, tra tutti i beni di consumo è quello per cui c’è il desiderio d’utilizzo più alto dopo l’acquisto. Sarà probabilmente questo desiderio ad aumentare notevolmente le aspettative ed a lasciar minor spazio a pensieri negativi e stress di vario genere.
Il piacere del viaggio, tra scoperta e riscoperta. Solo l’idea di trovarsi in una stanza vista mare in qualche Hotel di Riccione, di assaggiare una fresca granita a Taormina durante una giornata caldissima, il pensiero di girare per le strade di Bangkok alla scoperta della cultura orientale o lanciarsi nelle follie di una New York che non dorme mai, sembra faccia aumentare la felicità degli intervistati. Felicità che tocca il suo apice (come detto prima) subito dopo l’acquisto del biglietto, quando le fantasie sul viaggio iniziano ad assumere un aspetto più concreto ed il countdown spazza via i pensieri negativi legati ad un capo rompiscatole, ad un lavoro opprimente ed a tutti gli altri pensieri negativi che offuscano la mente.
Secondo la ricerca condotta, il viaggiatore cerca in primo luogo una riscoperta di sé stesso, della sua tranquillità e del suo equilibrio. A queste necessità seguono la voglia di far nuove conoscenze, di provare nuove emozioni e nuove esperienze.
Un vero e proprio viaggio ristoratore! Le mete più ambite sono molto diverse, dalle caotiche Londra e Berlino ai templi dell’India, passando per i centri termali che, seppur non siano in vetta a nessuna classifica, si ritrovano sempre tra le risposte frequenti degli intervistati.
Chi viaggia non solo sta meglio, ma non muore mai!Questi dati, già interessanti di per sé, lo diventano ancor di più se correlati ai risultati di un’altra ricerca condotta in America. Secondo i dati raccolti, chi viaggia molto (per piacere) ha più probabilità di vivere più a lungo e meglio. Dai risultati non si evince se gli effetti benefici possano esser dovuti al jet-lag, alla necessità d’adattamento, a qualche strana tisana locale o alla felicità del viaggio in sé.
È certo, però, che i dati parlano in modo chiaro e che probabilmente il termine “Travel Therapy” diventerà velocemente sempre più frequente ed abusato.
Che aspetti a ritrovare un po’ della tua felicità perduta? Basta scegliere meta ed hotel per cominciare ad esser più felici, per raggiungere il primo picco di spensieratezza all’acquisto del biglietto verso nuove esperienze, avventure e divertimenti! 😉
Luca
Io ho detto sempre che viaggiare e il segreto per non invecchiare mai…per morire state tranquilli moriamo tutti prima o poi….attenti pero a crescere con ogni nuova esperienza di viaggio, sia umanamente che culturalmente…
mica male la travel therapy…..il problema è che poi si diventa travel addicted, garantito!
Marta, non tutte le dipendenze sono deleterie.. portafogli permettendo! 🙂