Il cielo d’Agosto per l’intero Salento è danza a ritmo di tamburelli e ritornelli vernacolari: piazze gremite da salentini e vacanzieri, i primi cantano in dialetto, i secondi restano affascinati dal dialetto musicato e dai tanti artisti locali e nazionali che si avvicendano sul palco della Notte della Taranta.
Un caldissimo palco ed il suo evento hanno superato il varco del decennio, a metà strada verso il ventennio.
La kermesse salentina non teme il confronto oltre-confine, dopo varie “stazioni” estere, nell’anno 2011, ha raggiunto la capitale del glamour, Londra, dove tutte le mode iniziano e finiscono. Ad ospitare la musica tradizionale salentina, uno degli eventi più attesi del popolo della notte, Il Blaze Festival 2011, al Barbican Centre.
Incantevoli voci si sono levate dal palco della Notte della Taranta, quella dei cantori come il fantomatico Uccio Aloisi, l’ottantenne cantore della tradizione scomparso nel 2011. Non solo un canto ma l’eco dei contadini e delle loro lotte, la voce degli emigranti e canti d’amore.
Una tradizione legata agli effetti della puntura di un insetto misterioso e da molti “declassata” a sola superstizione, si è tramutata in volano economico capace di far crescere una felice area del Mezzogiorno d’Italia. La musica tradizionale, un bene apparentemente intangibile, ha fatto di questa landa meridionale, fino a qualche anno fa confusa con il Cilento, per assonanza probabilmente, un’isola sonante.
Chiamata Terra del Rimorso, la terra della “pizzica pizzica” e delle “tarantate”, è un fitto intreccio di cultura e tradizione, un qualcosa che sfugge anche alla lente analitica di psicologi, antropologi ed etnologi e quindi alla scienza. La tradizione vuole che un ragno (“la taranta”) mordesse le contadine impegnate nella raccolta del grano. Il veleno era all’origine di dolori lancinanti, smanie curabili solo con la musica di tamburelli e violini, una musica molto ritmata in grado di calmare le malate facendole danzare senza sosta. San Paolo, scampato al morso di un serpente, viene venerato come protettore delle “tarantate” che si radunavano nei pressi della chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Galatina per essere esorcizzate.
Quando si è lì, nel mezzo del Concertone, sfilano dinanzi agli occhi scene in cui il tour danzante sembra ricondurre ad esperienze ancestrali ed autentiche.
Uno dei meriti dell’evento è combinare il viaggio alla scoperta del territorio anche attraverso le tappe itineranti che consentono di danzare sugli sfondi di piccoli centri o borghi, battendo forte il tamburello per reiterare il fenomeno della “tarantolata”.
Secondo la formula del Festival itinerante, sono undici le tappe nelle piccole cittadine della Grecìa ed altre quattro tra Lecce, Cursi, Alessano e Galatina (considerata, come si diceva prima, la culla del rito magico). Lo spettacolo conclusivo dà appuntamento nel piazzale dell’ex Convento degli Agostiniani, a Melpignano, a “capeggiare” l’Orchestra grandi nomi: Ludovico Einaudi, Stewart Copeland, Ambrogio Sparagna, Joe Zawinul, Vittorio Costa, Mauro Pagani.
Si cade vittima di un Sud “dotato”, ricco di storia ed arte, sublime per l’arte culinaria, splendido per il suo litorale. Nel girovagare curioso nella Terra del Rimorso, nel perlustrare i suoi ridenti e bellissimi litorali, coast to coast (ionico to adriatico), nel prendere parte ad eventi che rinnovano le tradizioni, nell’apprezzare i piatti tipici, nel rallegrarsi sorseggiando un buon bicchiere di vino, potrete godere di un piacevole soggiorno in uno dei tanti hotel o appartamenti di Gallipoli, “la città bella”.
Per chi di voi voglia seguire il tracciato della musica pizzica e tradizionale salentina, delle ronde, dei sonagli e dei tamburelli, il cui suono sembra riproporre quello del battito cardiaco, vi sono diversi appuntamenti:
– Galatina, 28-29-30 Giugno, la festa dedicata ai Santi Pietro e Paolo, nella chiesa dedicata ai Santi Patroni. All’alba si svolgeva l’esorcismo delle “tarantate”, la cerimonia viene oggi ricordata da danze al suono della “pizzica pizzica”.
– Torrepaduli (Ruffano), 15-16 Agosto, la fiera di San Rocco e la Danza della spade, detta anche “danza scherma”. Un antico ballo molto particolare vede una coppia, uomo-uomo o donna-donna, sfidarsi in un simbolico duello. Questa danza affonda le proprie radici nei duelli rusticani che infuocavano tra la gente nei tempi antichi, considerato l’unico modo degno per difendere l’onore e l’orgoglio tradito.
– Melpignano, si chiude nei pressi del suggestivo Convento degli Agostiniani dopo aver girato per il Salento, il Festival della Notte della Taranta.
– Carpignano Salentino (prima domenica di settembre), la Festa “te lu mieru”, nasce nel 1974 per festeggiare e offrire a tutti, specie ai turisti, uno dei prodotti tipici più apprezzati, il vino (“lu mieru”) accompagnato da focacce, verdure ed altre pietanze tradizionali.
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