La capitale tedesca vista da un nostro fedele lettore.
Giovanni ha visitato Berlino nel lontano febbraio 2006. Ma quanto possono essere ancora attuali le immagini evocate in questa pagina del suo diario di viaggio?
BERLINO, Febbraio 2006
Berlino è una città grigia: è questo il primo pensiero, anche predominante, che ho nella testa alla fine di questa rapidissima visita nella capitale tedesca. Viene in mente la canzone di Dalla: “Berlino…era un po’ triste e molto grande…”, ma forse è riduttivo dire così.
Berlino ha un suo fascino dato però prevalentemente dagli avvenimenti, per lo più tragici, degli ultimi 60 anni: la nascita del Terzo Reich, la caduta, il terribile bombardamento, il Muro; d’altra parte, cosa può offrire di più una città rasa al suolo alla fine della seconda guerra mondiale? Edifici moderni, post-moderni, contemporanei, pezzi di chiese sopravvissuti (il dente rotto) e il Muro che incombe minaccioso con la sua presenza anche e, soprattutto, in tutti i souvenirs, ricordi e monili per turisti.
Eppure quando si arriva alla Porta di Brandeburgo l’emozione si sente, il fascino esiste, anche se viene il dubbio che sia unicamente una proiezione mentale. Ha un suo fascino Alexanderplatz, la vecchia Berlino vicino al fiume, l’angelo che sovrasta il viale dalla porta di Brandeburgo allo Zoo (con il fascino per cinefili de Il cielo sopra Berlino), “il dente rotto” reliquia post bombardamento della cattedrale ed il fascino dell’accostamento kitsch di edifici moderni (fra cui il cosidetto “portacipria”). Si intuisce una vita culturale e notturna interessante dei quartieri residenziali molto belli, come quello tra lo Zoo e Charlottenburg, ed anche, molto predominante, il fascino squallido della Berlino Est dove basta un po’ di immaginazione per vedere ancora la separazione con l’Ovest, nei suoi appartamenti tristi, decrepiti, grigi (torniamo al grigio), se poi confrontati con l’opulenza spudorata della Berlino Ovest…ecco, cos’altro?
Fascino sì, ma per un viaggio di piacere di quanti giorni? Pochi in verità, a meno di non scoprire, vivendo la vita della città, entrando dentro, qualcosa che sinceramente a me è sfuggito. Berlino “fascino grigio”.
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