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Sveglia museo

#svegliamuseo: è arrivato il momento di svegliare i nostri musei

Sapete quanti musei e siti culturali abbiamo in Italia? Ben 6.000. Una cifra non indifferente, considerando che questo importante patrimonio racconta la nostra storia. A quanto pare però, la nostra storia non è molto presente su internet: i musei, le gallerie d’arte e i siti archeologici non hanno una strategia di comunicazione integrata e hanno una bassa visibilità sui social network.

Un problema importante, se si considera il periodo in cui viviamo, sempre connessi, sempre in attesa di geolocalizzarci e mettere un nuovo “Mi piace”. Ecco che allora entra in campo #svegliamuseo con l’obiettivo di aiutare i musei italiani ad avere una (migliore) comunicazione online.  

Come è nato #svegliamuseo

L’idea di #svegliamuseo è nata da una scoperta. Se si fa una ricerca veloce su internet infatti, si scopre che i musei italiani non sono molto presenti sui social network: alcuni hanno una pagina Facebook, in pochi un account Twitter (Palazzo delle Esposizioni e Scuderie del Quirinale insieme fanno poco più di 5000 follower).

I musei stranieri al contrario sono molto più attivi: oltre ad essere presenti sui social, riescono a coinvolgere migliaia di persone grazie a particolari progetti e iniziative speciali. Guardate quanti follower ha il British Museum di Londra:

british museum twitter

Da qui è nato il piano di #svegliamuseo: contattare i 10 migliori musei stranieri, forti sui social media, e chiedere loro di dare una scossa ai musei italiani, di svegliarli insomma, e stilare una lista di consigli da seguire.

Chi c’è dietro #svegliamuseo?

Dietro il progetto ci sono Francesca, Aurora,  Federica e Alessandro: giovani ragazzi italiani, con la loro passione per l’archeologia, le lingue e la comunicazione, che vogliono ri-valutare e “socializzare” il nostro patrimonio artistico. Quando la scorsa estate hanno scoperto l’assenza di molte strutture sui canali social, hanno deciso di raccogliere materiale sull’uso museale dei social network.

Il contatto con i grandi e i musei che decidono di prender parte all’iniziativa

Il primo passo è stato quello di mettersi in contatto con diversi communication manager di musei stranieri, consultati soprattutto per cercare di offrire consigli pratici: per esempio quali studi si devono fare per un lavoro simile, quali sono le prime azioni da mettere in pratica, quali gli esempi migliori di utilizzo dei social da parte di un museo. Da qui è nato l’hashtag #svegliamuseo.

#svegliamuseo

Grazie a #svegliamuseo molti musei italiani possono così offrirsi volontari e ottenere una consulenza gratuita su come gestire i propri canali. Al momento sono le realtà più piccole a mostrarsi interessate a #svegliamuseo, ma la speranza è quella di far arrivare anche strutture più grandi.

Ho conosciuto Francesca e Alessandro alla BIT2014, dove hanno presentato il loro progetto durante un incontro dedicato al Travel Blogging: #svegliamuseo ha catturato la mia attenzione, tanto da farmi prendere appunti e farmi decidere di parlare di loro. A mio avviso, l’importanza del progetto è enorme: la portata innovativa di #svegliamuseo può veramente cambiare le cose, andare avanti e aiutare il nostro patrimonio artistico a darsi una scossa. Se il museo è da sempre considerato luogo di memoria, noiosa e lontana da noi, in questo modo, diventando più social e più interattivo, può avvicinarsi al mondo dei giovani e catturarli nella sua morsa.

Non mi resta che augurare in bocca al lupo a tutto lo staff di #svegliamuseo! E se volete seguirli, li trovate anche su Twitter: twitter.com/svegliamuseo

Mara Saruggia

Scrivere è sempre stata la mia passione. Poi ho iniziato a viaggiare e ho capito cosa volevo fare della mia vita. In attesa di essere scoperta, amo, rido e travel bloggo.

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