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viaggio anni 90

Come si viaggiava negli anni ’80 e ’90?

 

 

Ho iniziato a viaggiare da bambino, quando tutta la famiglia partiva verso la meta estiva organizzando un piccolo trasloco. Mi ricordo ancora la 127 prima e jeep Suzuky Samurai dopo, tutt’ora in vita, caricata all’inverosime di valigie e provviste per la vacanza. Niente portali per cercare un volo low cost né navigatori digitali per scoprire la direzione da seguire.

Tutto ciò di cui si aveva bisogna era una destinazione e tanta pazienza. Ma era davvero cosi diverso viaggiare negli anni ’80 e ’90? Proviamo a scoprire le differenze rispetto ai nostri giorni.

Volare negli anni ’80

Il check-in fatto da casa non esisteva e i biglietti a nove euro sarebbesto stati una barzelletta. A bordo degli aerei si poteva ancora fumare e non esistevano i tanti controlli sulla sicurezza che ci sono oggi. I cellulari erano ancora in fabbrica e una volta arrivati sul posto si cercava il punto d’incontro dato prima di partire o si chiamava dal telefono pubblico con qualche gettone.

 

Viaggiare negli anni ’80

Non c’era internet, non c’erano i cellulari, non c’era Google, non si conoscevano i 10 migliori luoghi da visitare in vacanza e per trovare un ristorante del posto, in cui mangiare bene, ci si affidava ai consigli della gente o a qualche guida turistica. In campeggio si andava vestiti con la tuta acetata dell’Adidas sistemata con fretta nello zaino Invicta e si tentava l’approccio con qualche straniera o straniero in un inglese imparato con le canzoni.

Nei nostri giorni, prima di partire si leggono articoli di blogger, si cerca su internet il pacchetto più economico e il last minute dell’ultimo secondo. Si naviga tra Airbnb e le offerte su Booking, si cerca su Skyscanner il volo low cost e si spera in qualche offerta della Ryanair. Si leggono i giudizi di Tripadvisor sulle meraviglie, culinarie e non, della città e si è già pronti a fotografare la valigia prima della partenza per postarla sui social.

viaggio anni 90

Mi ricordo la veloce preparazione del viaggio a Marina di Camerota negli anni ’90d a parte di mio padre. Un inserzione su di un giornale di annunci locale, per me Porta Portese, che pubblicizzava un grande appartamento sul mare. Una telefonata, un bonifico e tanta fiducia fino all’arrivo. Durante il tragitto il navigatore erano i cartelli con la scritta “Napoli” e al ritorno quelli con scritto “Roma”.

Durante il viaggio uno stradario della Touring Club era pronto a dare consigli e i benzinai dei vari autogrill si divertivano a consigliare strade e scorciatoie conosciute solo dalla gente del luogo. Il climatizzatore era un finestrino abbassato e le file sulla Salerno Reggio Calabria erano un momento per socializzare, anche se non sono sicuro che non un po’ di stile anni ’80 non sia rimasto..

Una giornata in spiaggia negli anni ’80

Mi ricordo i costumi a mutanda e tanti volti ricoperti da baffi. Genitori portare sulla sabbia gli avanzi del pranzo di Natale e una sana voglia di divertirsi. Niente smartphone, né Facebook o Instagram; si faceva amicizia sulla spiaggia e si usciva a prendere un gelato con gli amici estivi la sera. Per la cena ci si lasciava trasportare dall’emozione del momento e dai consigli degli albergatori o della vicina di ombrellone.

Non si vedeva la gente praticare il kite-surf, nè erano presente villaggi gonfiabili dove parcheggiare per qualche ora i bambini. C’èra la sabbia e i cari e vecchi pedalò: il modo migliore per prendere qualche poco salutare scottatura estiva. La sera si passeggiava, si andava in qualche locale, si prendeva un gelato o un calippo e, per i più piccoli, si andava in qualche sala giochi.

Si viaggiava in modo diverso! E voi, volete raccontare il vostro viaggio negli anni ’80 o ’90?

 

Stefano Tocci

Viaggiatore per diletto, turista all'occorrenza e travel blogger per passione. Amo scrivere, viaggiare e fissare su pellicola gli istanti di viaggio.

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