Mi ricordo ancora la scia di fumo nella televisione di un hotel di Chianciano, quando, l’11 settembre 2001, le Twin Towers si erano prese purtroppo la scena mondiale.
Da allora molto è cambiato, nella nostra vita e anche nei viaggi. Dalle porte blindate nelle cabine di pilotaggio alla scansione dei dispositivi elettronici durante i controlli per l’imbarco. Da allora non è stato più possibile portare in aereo oggetti taglienti e liquidi oltre un certo dosaggio (questo per evitare che possano essere usati come degli ordigni esplosivi). Scanner e body scanner furono installati in molti aeroporti e i controlli di sicurezza furono portati ai massimi livelli.
Un singolo avvenimento che a suo modo ha cambiato il mondo intero.
Oggi non si parla di dirottamenti o terrorismo, ma di un virus che ha stravolto la vita e che sta stravolgendo gli equilibri mondiali. L’economia globale è stata travolta dal coronavirus e si stima che il Pil mondiale calerà fino al 3% e, questa non è una stima, sono andati già in fumo 195 milioni di posti di lavoro. Per l’Italia, il Fondo Monetario Internazionale stima un calo del Pil del 9,1%.
Insomma, una catastrofe di proporzioni bibliche, che avrà conseguenza anche su come oggi noi concepiamo l’economia, c’è già chi parla di fine dell’economia face-to-face, sulla nostra vita e ovviamente anche sulle modalità con cui tutti noi siamo abituati a viaggiare.
Come si viaggerà dopo il coronavirus?
Me lo sto chiedendo da settimane come cambieranno i viaggi dopo il coronavirus. Se con un attentato terroristico, quello dell’11 settembre 2001, il mondo si è svegliato con maggior bisogno di sicurezza, dopo una pandemia cosa succederà? Porremmo l’igiene e la sicurezza sanitaria al centro delle nostre esigenze? Si preferirà viaggiare da soli piuttosto che in gruppo?
Oppure inizieremo a scoprire nuove forme di viaggio, ma dal divano di casa? La tecnologia potrà mai spingerci a rinunciare ad un viaggio vero per un viaggio virtuale da casa?
La privacy? In molti stati si sta parlando già di app per il controllo degli spostamenti: la salute pubblica e la necessità di proteggere gli altri fino a che livello di cambiamento ci condurranno? Buona pace per il distanziamento sociale e per la quarantena forzata, che ormai sembrano assimilati quali dogmi della nuova vista post covid-19, ma i viaggi, come cambieranno dopo il virus? Proviamo a ragionare insieme.
1. Controlli negli aeroporti
Probabilmente verranno estesi per i prossimi mesi (o anni?) i controlli della temperatura corporea a tutti i passeggeri in arrivo o in partenza dagli aeroporti. Ma solo negli aeroporti? Cosa accadrà quando riapriranno gli stadi, i concerti, le manifestazioni? Probabilmente ci sarà un controllo continuo e la necessità di dimostrare, per chi è immune dal virus, un apposito patentino di immunità, Fratelli di siero come già definito da qualcuno.
2. Alla riscoperta dell’Italia
C’è già chi sogna di lasciarsi questo brutto periodo alle spalle e di tuffarsi in qualche spiaggia. Si stima che questa sarà l’estate del turismo domestico, gli italiani che viaggiano in Italia. Ma dovremmo saperci abituare al distanziamento sociale, in questo caso degli ombrelloni, e vedremo il proliferarsi di venditori di igienizzante e salviette disinfettanti.
C’è anche chi, un’azienda modenese, la Nuova Neon Group 2, ha interpretato come sarà andare al mare dopo il coronavirus. L’idea è quella di creare box in plexiglass da 4 metri da installare intorno all’ombrellone.
3. Ristoranti meno romantici
Mi viene in mente uno dei miei ultimi viaggi a Parigi, prima che scoppiasse in tutto il mondo la pandemia. Ero andato al mercatino delle pulci Les Puces de Saint-Ouen, in un tipico ristorantino francese. Qui una cantante intonava le note di Edith Piaf mentre piatti tradizionali della cucina francese venivano servizi ai tantissimi commensali seduti vicini, nello stesso tavolo.
Luogo davvero caratteristico, forse un po’ troppo turistico per i miei gusti, ma decisamente originale. Ed ora, come sarà? Vi immaginate delle barriere in plexiglas a dividere i commensali e la fila distanziata di due metri fuori dal locale?
4. Guardaroba da viaggio
Prima si pensava alla guida di viaggio, a come preparare la valigia o a cosa portare in campeggio. Da oggi dovremmo aggiungere alla nostra attrezzatura anche un kit anti covid? Guanti, mascherine in abbondanza, gel disinfettante e medicinali per i primi sintomi?
5. Check-in in hotel o in appartamento
Già da un po’ di anni si sono diffusi, grazie anche alla diffusione di Airbnb, il sito per affittare la propria abitazione, forme di accoglienza automatiche. Che tu abbia prenotato un hotel o una casa vacanze, cosa succederà?
Probabilmente aumenteranno i self check-in, i check-in senza la presenza fisica di una persona, ma con l’utilizzo di applicazioni per consentire di trovare il proprio appartamento o la propria camera e di aprire la porta d’ingresso. Sparirà la reception? Inoltre, quanta importanza daremo ora alle condizioni di cancellazione di una prenotazione?
6. Kit di benvenuto in hotel
Premetto che non sono il tipo che fa caso a queste amenità, soprattutto perché è difficile che io scelga un hotel in cui sia previsto un kit di benvenuto, che vada oltre il foglio con le uscite di emergenza in caso di incendio. Tuttavia, molti hotel, soprattutto quelli di fascia medio-alta, offrono sempre un kit da bagno e da camera per concedere un lieto benvenuto ai suoi ospiti. Ed ora? Vedremo accanto alle pantofole i guanti e la mascherina con il logo dell’hotel e le mini-confezioni di amuchina al posto degli alcolici nel minibar?
7. Alla scoperta dei posti non conosciuti
Forse inizieremo a non andar più a Ibiza o a Santorini ad agosto, preferendo un undertourism, cioè un turismo verso destinazioni alternative e meno affollate delle classiche destinazioni di massa. Forse luoghi come Venezia e Barcellona ne risentiranno un po’ e forse, con il benestare di chi lamentava il sovraffollamento, si preferiranno luoghi altrettanto belli ma meno conosciuti. Potrebbe essere un’occasione per esplorare l’Italia con occhi diversi?
8. Dall’albergo alla casa
Il concetto di distanziamento sociale potrebbe diventare una nuova materia di studio nelle università. Si prevede infatti che il distanziamento sociale durerà almeno fino al 2022. Diremo addio alla folla festante dei villaggi turistici o all’accoglienza più affollata di una reception per preferire appartamenti in affitto breve?
10. Viaggi in auto
Se si vorrà evitare di viaggiare in un treno o all’interno di un aereo affollato, come cambieranno le nostre abitudini di mobilità? Potremmo preferire un viaggio in auto rispetto ad un viaggio in treno. Questo perché avremo maggiore sicurezza di avere quel distanziamento sociale e quell’isolamento che altrimenti non avremmo all’interno di un vagone affollato di un treno.
Ed il car sharing, l’utilizzo di automobili condivise, come cambierà dopo il coronavirus? Tu ti sentiresti sicuro ad entrare in un’automobile non sapendo chi sia stato il passeggero che l’ha utilizzata prima di te?
10. Il galateo dopo il coronavirus
Da ormai diversi mesi, nei quotidiani di tutto il mondo, si vedono immagini di persone che salutano con i gomiti, invece che stringersi la mano.
Oltre alla distanza di cortesia, si inizierà a dare importanza alle nostre espressioni del viso, ad un sorriso e al contatto con gli occhi. Verrà presto sostituita la stretta di mano con il saluto con i gomiti?
Concludendo, la pandemia ci ha colpiti e ci ha travolti. Ci ha obbligato a cambiare in pochi giorni le nostre vite, stravolgendo o rivoltando ogni certezza che si aveva sulla vita, sul lavoro e sulla propria salute.
È subdola perché ci colpisce nei piccoli atti della nostra quotidianità e negli affetti: rendendo un semplice abbraccio un momento di pericolo e ansia sociale. Cambieranno molte nostre abitudini, viaggi compresi, e dopo il coronavirus dovremo abituarci a vivere e a viaggiare in modi diversi, che ancora non immaginiamo. E tu, cosa sei disposto a cambiare?
Non sai se prenotare un viaggio in Italia o all’estero perché ancora non sai quando potremo tornare a viaggiare? Leggi il nostro articolo.
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