Gli arrosticini rappresentano un piatto abruzzese conosciuto in tutto il mondo. La loro particolarità è quella di ricordare uno spiedino composto da tanti piccoli dadi, da cuocere sulla brace e consumare in qualsiasi occasione. Gli arrosticini, infatti, non hanno stagione e possono essere serviti in tavola sia a pranzo che a cena.
Come sono fatti gli arrosticini?
Per parlare dettagliatamente della composizione degli arrosticini è necessario fare un salto nel passato, precisamente al 1900, epoca in cui i contadini necessitavano di recuperare qualsiasi scarto della carne delle pecore pur di ottenere un pasto in più da consumare. A quel tempo infatti, la povertà dettava gran parte dei pasti, che erano costituiti da ingredienti di fortuna, recuperati da scarti o coltivati direttamente nell’orto di casa.
Ad oggi la carne impiegata nella realizzazione degli arrosticini è essenzialmente di pecora o di montone castrato, nel rispetto della tradizione, anche se le versioni più moderne prevedono l’utilizzo della carne di pollo. Sono molte le macellerie e i negozi specializzati che effettuano spedizioni in tutta Italia di arrosticini abruzzesi, non a caso questa prelibatezza è conosciuta in tutto il territorio nazionale ma anche all’estero.
Consigli utili per cuocere e consumare gli arrosticini
Come da tradizione, gli arrosticini devono essere cotti su una brace dalla forma allungata (fornacella). Il fuoco deve essere acceso sfruttando rametti secchi o altri pezzi di legno, ricoperti da carbone di ottima qualità, che risulterà pronto per la cottura una volta diventato bianco.
Gli arrosticini devono essere girati e insaporiti uno per volta, prediligendo possibilmente il sale grosso. Il segreto per portare in tavola degli arrosticini morbidi e capaci di sciogliersi in bocca, è quello di non cuocerli troppo e soprattutto di servirli appena cotti. Non è necessario aggiungere altri condimenti oltre al sale, se non un filo d’olio extra vergine o delle spezie a seconda delle preferenze.
Come contorno sono indicate delle verdure leggere, come i pomodori, delle insalate verdi o delle verdure grigliate. Il tutto può essere accompagnato da del vino rosso locale e del pane abbrustolito. Per concludere un bel pasto a base di arrosticini è indicata la degustazione di un bicchierino di genziana, ovvero un distillato di alta montagna dal sapore molto forte e deciso, che aiuta generalmente i commensali a stimolare la digestione.
Il sapore è tipicamente amarognolo e aromatico, tanto da ricordare il profumo del terriccio e dell’erba.
Curiosità sugli arrosticini abruzzesi
In pochi sanno che originariamente gli arrosticini erano chiamati “rustolle” o “rustelle”, ovvero “arrosti piccoli” e solo grazie alle influenze del dialetto della zona vestina diventarono ufficialmente “arrosticini”, una scelta dettata anche dagli scopi commerciali di quel tempo. Un’altra curiosità interessante è che
gli arrosticini moderni provenienti dalla produzione seriale, sono formati da pezzetti di carne di circa 1 cm per lato, infilati su uno spiedino di legno lungo massimo 20 cm. Le versioni più casarecce invece, sono realizzate con carne tagliata a mano e presentano quindi dei pezzetti dalla forma irregolare, con parti magre alternate a quelle grasse.
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